A febbraio mi sono trasferita a Milano per un tirocinio di tre mesi. Il secondo giorno che sono arrivata, ho cercato subito un volontariato da poter svolgere in presenza. Sono da sempre attiva nel mondo del volontariato, perché penso che sia un modo bellissimo per passare qualche ora del proprio tempo libero ed imparare a fare cose nuove. Cercavo qualcosa in presenza perché questo è un periodo strano, anomalo, in cui il contatto umano e lo stare con gli altri sono azioni più importanti rispetto ad altri periodi. Speravo che fosse un modo per rendermi utile, aiutare il prossimo e magari trovare degli amici.
Fin dal primo incontro con la responsabile ho capito di aver preso la decisione migliore. Il colloquio conoscitivo è andato così bene che ho iniziato subito l’attività presso la mensa di Gratosoglio con forte entusiasmo. Condividevo ogni singola parola che mi aveva detto Andreina e mi ero sentita compresa nel mio ricercare qualcosa che facesse stare meglio me e chi avrei aiutato.
In mensa ho avuto modo di offrire un pasto a chi ne aveva bisogno, ho avuto modo di interagire con persone che vivono una vita completamente diversa dalla mia, ma che alla fine hanno le mie stesse esigenze. L’esigenza di guardarsi negli occhi e di essere visti. L’esigenza di una gentilezza gratuita verso il prossimo. L’esigenza di stare insieme.
Nel momento in cui passavo il piatto, ho sempre cercato di osservare la persona ricevente, di sorriderle e di farle capire che volevo veramente aiutare. I ringraziamenti, i sorrisi e i saluti arrivati mi hanno riempito il cuore. Con semplici gesti anche loro hanno aiutato me.
In più ho conosciuto altri volontari, con i quali ho condiviso l’esperienza e con cui mi sono trovata benissimo.
Il volontariato non si fa solo per gli altri, ma si fa anche per sé stessi. Non c’è quasi niente di più bello e gratificante del donare il proprio tempo per una buona causa.”

Ringrazio ancora per la possibilità che mi è stata data. 
Caterina

 

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