Segnalazioni

Decreto Sostegni: misure di sostegno per le persone in difficoltà

Sul sito realizzato da Caritas Ambrosiana prendersicura.caritasambrosiana.it/misure-istituzionali-di-sostegno è possibile consultare le ultime misure di sostegno a persone e famiglie in difficoltà a seguito dell’emergenza Covid, emanate con il Decreto Sostegni. Invitiamo a visitarlo così da poter offrire supporto a chi ha bisogno di aiuto, fornendo informazioni corrette e aggiornate.

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Letture

Perché è importante ascoltare e raccontare le storie delle nostre vite

Nelle ultime settimane la città – tornata in zona rossa  – è percorsa la sera, in alcuni quartieri, da piccoli gruppi di giovanissimi uomini dai volti stanchi in cerca di un rifugio dove dormire. Se ci si avvicina e si prova a parlare con loro si scopre che sono arrivati da poco dall’Afghanistan. A volte fra essi qualcuno vi dice che è pakistano. Sono gli ultimi figli delle migrazioni dall’Asia povera e martoriata che dopo un lungo peregrinare su mezzi di fortuna e soprattutto a piedi, arrivano in Turchia e poi risalgono i Balcani e il terribile inverno di quelle terre, fino al confine italiano. Se chiedete l’età mostreranno subito una certa diffidenza e reticenza, restano vaghi. Se chiedete dove dormono vi indicheranno distratti qualche luogo non identificabile o una delle gallerie che passano sotto un tratto di ferrovia. Tuttavia, davanti alle domande giuste – quando li raggiungiamo con l’Unità mobile offrendo loro un sacchetto col cibo, un bicchiere di tè caldo, della biancheria nuova e dei vestiti – sorridono; sono pronti a spiegare e raccontare alcuni pezzi della loro storia. Molto in questi casi dipende dalle domande che si pongono a questi ragazzi. A volte una domanda è capace di aprire un piccolo taglio nella tela di diffidenza e attenzione circospetta e se si ascolta si intravede un po’ della loro anima. Alcun giorni fa per esempio, uno di loro, Asif, ci ha mostrato la scarpa destra, tagliata nella parte di gomma tra la tomaia e la suola. Calzava delle scarpe di un noto marchio sportivo ma ormai logore, storte, con la suola quasi appiattita. Cercando sul furgone un paio per sostituire quelle calzature uno di noi ha chiesto come si fosse ridotto le scarpe in quello stato. A prima vista sembra una domanda banale, soprattutto se posta a una persona che, per quanto ne sappiamo, è stata in viaggio per mesi e mesi. Eppure a questa domanda Asif, che ci aveva raggiunti per risolvere alcuni problemi vitali – nutrirsi, coprirsi, cambiarsi i vestiti – si è come rilassato per qualche minuto. E in un inglese affaticato e impreciso, frammisto a qualche parola di italiano (non ha mai usato “shoes”, per esempio, ma sempre “scarpe”) ha raccontato un giorno nella vita di un emigrante che attraversa un paese ostile dove fa freddo e temi per la tua vita e ti si gelano le mani e i piedi. Per qualche minuto, sapendo che quel che raccontava risultava impreciso perché fatichiamo a trovare un linguaggio in comune, Asif ci ha però aperto un piccolo orizzonte della sua vita, ha abbozzato un breve segmento di autobiografia davanti ad alcuni sconosciuti che lo guardavano negli occhi e si dimostravano disposti ad ascoltarlo. Fra i molti insegnamenti che si ricavano da questi incontri, mi ronza sempre in testa l’insegnamento sull’importanza delle domande che si pongono alle persone che incontriamo e la forza per ciascun umano dell’esperienza del racconto della propria storia; e poi della bellezza di avere qualcuno disposto a darti retta, a intrecciare un dialogo nel quale l’interesse e la cura per le proprie storie e le storie dell’altro si sostengano a vicenda. Il secondo insegnamento, altrettanto importante, riguarda proprio la disponibilità a raccontare anche la nostra storia a chi ci sta raccontando la propria. In questo modo il racconto si fa dialogo e la relazione, seppur breve e limitata, si fa più stretta, si inietta fiducia e disponibilità reciproca a prestarsi cura. Si diventa un po’ più simili, ci si affida. Per questo vorremmo sempre anche trovare il tempo per parlare di noi in queste sere, anche solo un minuto, perché è questo il modo per aprire il dialogo. Sono insegnamenti sempre importanti, per tutti; ma sono particolarmente preziosi per chi, da volontario, avvicina persone con vite difficili e di sofferenza; persone che hanno vissuto e vivono tutt’ora in modo precario; vite nelle quali la stanchezza e la lotta per sopravvivere esigono tutte le energie. Raccontare le rispettive storie ci rende per un momento più vicini, più simili; non risolve certo i problemi di chi soffre ma permette a entrambi di guardarsi “da fuori” per un momento, di dare configurazione e trama emotiva alla propria vicenda e a quella dell’altro. Le storie di vita, come ha scritto lo psicoanalista Vittorio Lingiardi a proposito di un libro prezioso come Le storie che curano di James Hillman (Raffaello Cortina Editore), curano “perché, abituandoci alla convivenza tra immaginazione e memoria e sviluppandosi nell’ascolto danno dimora alla nostra vita. La dimorano nella storia”. Chiudo segnalandovi un altro libro che si occupa di questo tema: Raccontarsi: l’autobiografia come cura di sé (Raffaello Cortina Editore), scritto dal filosofo Duccio Demetrio. Luigi Gavazzi

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Notizie, Segnalazioni

Homelessness as Unfairness

Il documentario “Homelessness as Unfairness” (disponibile al link https://www.youtube.com/watch?v=N7WkX3XRgrY ) presenta alcuni dei risultati del progetto europeo “Home_Eu”, che aveva l’obiettivo di studiare il fenomeno delle persone senza dimora e dei principali servizi a loro dedicati. Dodici i partner coinvolti di ben nove paesi europei: Francia, Irlanda, Italia, Polonia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Belgio. Il documentario mette nero su bianco i vantaggi rappresentati dal modello Housing First, che ribalta l’approccio tradizionale, e che pone l’accento sulle implicazioni politiche e sociali, anche alla luce delle criticità emerse a causa della pandemia del Coronavirus e alle nuove direttive approvate dal Parlamento Europeo. Prodotto da HOME-EU In collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione.

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Notizie, Segnalazioni

Kaumatua: la collaborazione tra generazioni

Segnaliamo il sito Kaumatua, progetto realizzato  dall’organizzazione di volontariato MilanoAltruista. Nasce per attivare l’altruismo della componente più matura della società trasformandolo in azioni concrete a favore delle giovani generazioni. Il progetto Kaumatua vuole mobilitare ampi numeri di adulti maturi (pensionati o prossimi alla pensione) a favore delle generazioni più giovani in modo che il loro altruismo si traduca in impatto sociale positivo. Il progetto ha anche lo scopo di promuovere la conoscenza e la collaborazione inter-generazionale evitando cosi uno spreco di risorse inestimabili.

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Notizie

Tutti Taxi per amore alla guida dell’Unità mobile

Dopo la positiva iniziativa di Natale, quando l’associazione “Tutti Taxi per amore” ha contribuito a trasportare coperte e indumenti alla nostra Casa della Solidarietà di Via Saponaro, 40 a Milano, alcuni tassisti si sono offerti di guidare il pulmino della nostra Unità mobile al lunedì notte. Ecco cosa ci ci ha scritto Giorgio, taxista volontario: “Innanzitutto voglio ringraziare i miei compagni di uscita Caterina, Sofia e Gianluca che mi hanno saputo coinvolgere con grande competenza. Ieri ho conosciuto persone di elevatissima cultura e umanità che uno si chiede come mai siano finite a dormire al freddo su un cartone, un’esperienza, per me, unica, umanità variegata, dall’ex avvocato caduto in disgrazia, colto ed educato, ma che non accetta intimo blu perché lui lo indossa solo nero; al gruppetto di buontemponi di Piazza Duomo che circonda il pulmino e racconta la vita di strada spettegolando sui loro compagni di sventura, facendoci fare grandi risate, ma quando ci congediamo ci chiede se lunedì prossimo ci saremo ancora, a testimonianza di quanto sia importante quello che stiamo facendo. Grazie Andreina per avermi permesso di conoscere meglio questa parte di mondo. Colleghi affrontate questa esperienza col cuore aperto e senza pregiudizi e riceverete senz’altro di più di ciò che date“. E’ per la nostra Associazione,che gestisce il servizio tutte le sere ad eccezione del sabato, un’importante collaborazione. Ringraziamo tutti i tassisti che prestano il loro tempo con noi

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Esperienza

Comprensione e vicinanza: essere volontaria del Centro d’ascolto

Il Centro di Ascolto è un servizio dell’Associazione che accoglie persone con vari tipi di problematiche e le ascolta per capirne i bisogni, espressi o sottesi, con il fine di aiutarle o, meglio ancora, aiutarle ad aiutarsi. Più di un anno fa, precedentemente all’ondata Covid che ci ha colpiti, ci era stata segnalata una persona, che per comodità chiamerò C., che dormiva oramai da tempo in strada e si era resa disponibile a spiegare la sua situazione per farsi aiutare, cosa purtroppo non sempre accettata. C. era un uomo che aveva passato i 60 anni e che si presentava come una persona educata, vestita a modo, simpatica e spigliata.  Aveva vissuto per un po’ di tempo in un dormitorio dove, grazie alla sua socievolezza ed allegria, aveva fatto amicizia con tutto lo staff. Purtroppo però ad un certo punto, si era trovato nella condizione di dover tornare a vivere e dormire in strada. Le condizioni di vita nei dormitori non sono facili, in quanto si dorme con persone che non si conoscono, con caratteri che spesso e volentieri non coincidono. Vi sono poi persone che scambiano il giorno per la notte e inoltre è spesso sconsigliato lasciare i propri effetti personali incustoditi; non proprio come una casa quindi o comunque non come un posto dove sentirsi del tutto a proprio agio. Come si può dunque intuire, la vita in dormitorio non è affatto semplice e richiede un grande spirito di adattamento. Abbiamo cercato di identificare soluzioni disponili per sradicare C. dalla strada, trovando l’Associazione Effatà-Apriti, che aveva un piccolo appartamento disponibile su progetto. Ci siamo subito attivati per risolvere tutte le questioni burocratiche e dopo un breve periodo di attesa, necessario per le opportune verifiche, abbiamo avuto un riscontro positivo, con grande gratitudine espressa da C. e nostra immensa gioia. Se non avessimo potuto offrirgli questa soluzione, C. sarebbe dovuto rimanere a dormire per strada, con tutti gli imprevisti e i rischi che comporta! La sua sistemazione presso un alloggio l’ho percepita con grande soddisfazione, in quanto mi ha permesso di aiutare concretamente una persona. Purtroppo in questo periodo, come è giusto che sia per alcune fasce a rischio e per chi lo ritiene opportuno, molte persone non offrono più il loro servizio alla comunità per timore di contrarre il Covid, con il relativo rallentamento di alcune attività sia interne che esterne alla nostra Associazione, per non parlare di alcune attività che si sono addirittura fermate. Tale situazione non facilita l’identificazione della soluzione più congeniale da proporre alle persone alle quali viene offerta assistenza, che si rivolgono a noi tipicamente alla ricerca di alloggi, nuove opportunità lavorative e supporto per l’espletamento di attività burocratiche. Questo dà a volte un senso di impotenza nel raggiungimento di obiettivi realistici. In tale contesto ho apprezzato molto il gesto dell’Associazione di iscrivere i volontari “attivi” alla lista di vaccinazioni per il Covid, in modo da poter alleviare alcune nostre preoccupazioni. Mi auspico che questo periodo di chiusura finisca al più presto, in modo che si possano identificare ed offrire soluzioni concrete, similarmente a come era possibile durante il periodo pre-Covid. Personalmente ritengo infatti un concetto fondamentale e imprescindibile che le persone più agiate mettano a disposizione le loro capacità e, laddove possibile, parte dei loro averi per aiutare le persone meno fortunate di noi. Questa esperienza che sto vivendo presso il Centro di Ascolto la ritengo molto gratificante sia per quanto riguarda il mio percorso di crescita personale che professionale, in quanto mi permette anche di concretizzare una serie di esperienze legate agli studi universitari che sto effettuando. Julia Guglielmetti

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