Focus Covid-19: forse si cambia

Focus Covid-19: epidemia e vaccinazioni

a cura di Bruno Paccagnella

Per dubbi e approfondimenti potete scrivere a: associazione@associazionefsf.it

COVID 19: finalmente la svolta
(aggiornato al 25/4/2021)

Nelle settimane passate dalla precedente nota informativa su epidemia e vaccinazioni, è avvenuta la “svolta” che tutti attendevamo: il miglioramento della situazione pandemica, iniziato “a macchia di leopardo”, grosso modo a metà marzo, è proseguito pressochè ininterrottamente e su taluni aspetti (ma non tutti) si è progressivamente accentuato.

Svolta, si badi bene, non certo fine della pandemia, sulla quale nessuno può fare previsioni, anche perché il fenomeno ha carattere globale, e per ciò stesso può riaccendersi e propagarsi da un paese all’altro con grande forza e rapidità.

In Italia il Governo ha preso atto della svolta avvenuta e si è assunto il “rischio calcolato” di allentare le maglie delle restrizioni, consentendo a quasi tutte le regioni di “cambiare colore”, scendendo nella scala cromatica di una o due tonalità.

“Rischio” è oggi la parola sicuramente più appropriata, sapendo però che nel suo calcolo va compreso anche quel fattore imponderabile che si chiama “responsabilità”, a cui ciascuno è tenuto, e senza la quale anche con i maggiori controlli annunciati, il “calcolo” potrebbe rivelarsi sbagliato.

Il miglioramento in atto non può ancora essere attribuito, se non molto parzialmente, alla campagna vaccinale, arrivata a 5,4 milioni di “immunizzati totali” (che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino, o il vaccino monodose) e a quasi 7,5 milioni di “immunizzati parziali” (con solo la prima dose), ma anche questa sembra finalmente aver preso l’abbrivio giusto, e nei prossimi mesi dovrebbe sommare i suoi effetti a quelli delle altre misure di contenimento dell’epidemia.

Nulla però è scontato, e non si possono escludere “colpi di coda” o “intoppi” di vario genere, ne’ comportamenti individuali sconsiderati; la mortalità resta sempre elevata e anche il calo dei contagi sembra perdere vigore.

Se però verrà confermata la previsione di alcuni studi recenti, secondo i quali è possibile raggiungere “l’immunità di gregge” entro fine ottobre, si potrà avere un prossimo inverno “quasi normale” dal punto di vista delle attività lavorative, scolastiche, sanitarie e della vita sociale.

Per illustrare il miglioramento della situazione regionale presentiamo un grafico nel quale viene evidenziato il “punto di svolta” dei tre principali aspetti dell’epidemia: i nuovi contagi, i ricoverati presenti in terapia intensiva e i decessi. Ciò che è importante sottolineare è che le tre curve, pur avendo iniziato a flettere in tempi e con velocità diverse, si stanno ora muovendo tutte nella medesima direzione, al ribasso.

In Lombardia (ma con pochi giorni di differenza anche in Italia) la prima a invertire la rotta, il 17 marzo è stata la curva dei contagi; dopo un paio di settimane hanno iniziato a scendere anche le altre due curve, quelle dei decessi il 1° aprile e due giorni dopo quella dei ricoverati in terapia intensiva: in altre parole è all’inizio di aprile che possiamo “datare” l‘avvenuta svolta dei principali aspetti dell’epidemia in atto. E lo ribadiamo: svolta, non fine.

Vaccinazioni: ERA ORA!
(aggiornato al 25/4/2021)

La campagna vaccinale sembra finalmente avviata, con la velocità che la situazione pandemica impone. Essa sconta una serie di colpevoli ritardi, a ogni livello, non esclusi quelli delle imprese di produzione dei vaccini, che in alcuni casi hanno potuto aggirare o disattendere i contratti firmati. Dopo quattro mesi dalle prime somministrazioni, il “ritmo” non è ancora quello programmato e annunciato (500 mila dosi al giorno in Italia, 100 mila in Lombardia) necessario per raggiungere “l’immunità di gregge” almeno prima dell’inverno: nell’ultima settimana la media giornaliera è stata di 346.663 somministrazioni in Italia e di 66.267 in Lombardia), ma di settimana in settimana nuovi centri di vaccinazione vengono inaugurati e questi numeri si stanno continuamente alzando. Oltre a questo sono cambiate le priorità, e sembra finalmente che i soggetti più esposti alle conseguenze estreme del virus (per età o per patologie di cui già soffrono) non vengano più “scavalcati” da categorie che si sono attribuite arbitrariamente un titolo di priorità (che sarebbe più opportuno definire privilegio).

Nell’ultima settimana le dosi somministrate mediamente ogni giorno in Lombardia sono aumentate di oltre il 42% (ben oltre l’incremento nazionale, dell’11,5%) e le somministrazioni totali sono arrivare a quasi 2,9 milioni in Lombardia (circa il 20% in più rispetto a 7 giorni prima) e a quasi 18 milioni in Italia.

Le persone vaccinate sono ormai circa 2,1 milioni in Lombardia e 12,7 milioni in Italia: di esse, quasi il 41% in Lombardia e poco di più in Italia, può considerarsi “totalmente immunizzata”, avendo ricevuto entrambi le dosi o il vaccino monodose della Johnson&Johnson.

Attualmente, con scarsa differenza tra Lombardia e Italia, è totalmente protetto l’8-9% della popolazione ed è parzialmente protetto oltre il 12%: quindi, circa il 21% della popolazione ha un grado più o meno elevato di protezione.

In Lombardia, per gli over 80 questa percentuale sfiora il 90% (oltre 4 punti in più dell’Italia): 63,4 immunizzati totali x 100 residenti di pari età, 26,4 immunizzati parziali, in attesa della seconda dose (59,3 e 26,2 x 100 in Italia). Rapporti che decrescono con l’abbassamento dell’età, ma che sono già del 51-52 x 100 per i 70-79enni.

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